fontana2 ok 93x90                                                                                                                                          

Santeraclio scritta

Open menu
di La Piaggia
 
cartello ingressoNel comune di Foligno, a circa 40 minuti da Piaggia ci sono degli scrigni di arte naturale, creati dall’acqua: le cascate di Pale e le omonime Grotte, e la bellissima Rasiglia.
Il fiume Menotre, anticamente chiamato Guesia, nasce in località Molini da una piccola sorgente nel Fosso Favuella (Fauella), nei pressi di Orsano (800 m s.l.m.). Raccolte le acque del fosso di Piè Cammoro e del fosso di Carboneia, si dirige verso Rasiglia; qui la forza delle acque aumenta per l’effetto delle sorgenti di Capovena, situata nella parte alta dell’abitato di Rasiglia, di Alzabove e di Venarella.
Il corso d’acqua, anche se piccolo, ha dignità di fiume, perché ha una buona portata che rimane costante tutto l’anno; nel corso superiore si possono trovare esemplari di trote fario e di gamberi di fiume.
Giunti presso la località di Pale, compie un salto di circa 200 metri nella forra sottostante, dando origine a varie e pittoresche cascate.
L’infiltrazione delle acque ha originato un fenomeno carsico ipogeo: le Grotte di Pale. Queste in età medievale (XII secolo) sono chiamate “Grotte dell’Abbadessa” e sono visitate da molti viaggiatori tra i quali, almeno secondo la leggenda, la regina Cristina di Svevia e Cosimo III granduca di Toscana, come riporta Johann George Keisslers nel suo diario di viaggio del 1751. Infatti, nel capitolo riguardante il tratto Roma - Loreto, descrive il Castro Pales e le sue grotte, ricordando un’iscrizione marmorea in loco, riferita al palazzo Elisei e alle grotte annesse, su cui è scritto: visitate dalla regina Cristina di Svezia nel 1686, e dal serenissimo Cosimo III, granduca dell’Etruria, nel 1698.
Già nel 1710, il marchese Maraldi, nelle Memorie dell’Accademia, come riportato nel “Dictionnair des Merveilles de la Nature “di S. de la Fond, descrive una grotta naturale sita sotto il palazzo Elisei.
Inoltre, un documento dell’Archivio Doria Pamphilj di Roma descrive un viaggio effettuato da quei signori vicino Pale, nel 1725, come riporta lo studioso folignate Pier Giorgio Lupparelli nel libro “Hotel De La Poste”. Nel testo si legge che, dirigendosi verso Foligno, i Doria Pamphilj si fermano “a Palo esattamente, per visitare anche loro le famose grotte “.
Queste sono composte di varie “stanze”. La prima, chiamata “Camera del laghetto”, ha una forma circolare ed è alta otto/nove metri e dalla volta, a forma di cupola, pendono stalattiti, mentre al centro vi sono colonne formate da pilastri stalagmitici. In questo luogo anticmappaamente si raccoglievano le acque del fiume quando era in piena. Un’altra cavità, denominata “Camera delle Colonne a terra” è caratterizzata da imponenti colonne centrali con paramenti di stalattiti e una stalagmite a forma di leone.
Il Menotre scorre, scrive l’erudito della città di Foligno L.Jacobilli, “ con grande vaghezza e apportando molta utilità”, in quanto le sue acque sono state utilizzate per irrigare, per i mulini e, in tempi recenti, per le centrali idroelettriche.
Nella parte bassa del suo corso, tra Pale e Belfiore, il fiume, grazie alla sua forza motrice, ha permesso un notevole sviluppo industriale. Gli opifici, le gualchiere, le cartiere che hanno caratterizzato fin dal XII secolo questa zona hanno promosso insediamenti urbani che si snodano lungo la vallata e una certa prosperità.
Lungo il percorso lento e tranquillo del fiume sono fiorite tradizioni e leggende come quella delle “Acque pagane”: sotto il castello di Rasiglia si trova una sorgente che raccoglie acque che provengono dall’altopiano di Verchiano, le “acque pagane” appunto, perché si riteneva che fossero state deviate dal loro naturale corso in quanto maledette.
 

Le grotte di Pale hanno riaperto i battenti: galleria

 

grotte di paleIl Gruppo Speleologico di Todi nel complesso sotterraneo delle Grotte dell’Abbadessa di Pale di Foligno (Pg), ha scoperto un’altra grande cavità, subito ribattezzata come Gola del Cervo

 

 

 

 

Foto: Gagliardi