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Santeraclio scritta

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IMPORTANTE VIA DI TRANSITO SIN DAI TEMPI PIÙ ANTICHI
 
Il territorio della Valnerina sin dall’età della protostoria fu un’importante via di transito e tratturo per la transumanza appenninica, collegandodi con il Mare Adriatico. Le prime testimonianze di occupazione stabile risalgono ad un fondo di capanna rinvenuto a Norcia di epoca neolitica, sporadiche sono altre attestazioni di età eneolitica (Abeto, Ancarano, S. Scolastica, Grotta del Lago). Il popolamento dell’età del bronzo sembra prediligere Cascia, a Norcia per l’età del ferro sono documentati sporadici siti periferici (Villa Marino, Ancarano), castellieri e santuari (Monte Aspra, Forma Cavaliera). In età storica si assiste ad un ripopolamento delle zone lungo il corso del fiume Nera che dividerà l’ethnos sabino da quello umbro.
La conquista romana dell’alta Sabina avviene nel 290 a.C. ad opera di Manio Curio Dentato, con la conseguente colonizzazione, fu aperta la via Flaminia, collegata ad essa da una fitta rete di percorsi, collegando la latina Spoleto attraverso i valichi di Forca di Cerro e di Forca di Bazzano, all’ingresso all’alta valle del Nera. Da Spoleto infatti la via diretta a Norcia sfruttava il Valico di Forca di Cerro e risaliva lungo il tracciato del fiume Nera seguendo anche il corso dell’affluente Vigi fino a Borgo Cerreto. Da qui dipartivano due tracciati: uno verso Norcia per il valico di Forca Vespia, l’altro verso Visso e la costa adriatica, passando per il valico tagliato della rupe di Triponzo.
Nel V secolo, con la fine dell’Impero Romano, la Valnerina divenne sede di numerose laure eremitiche. Da ricordare l’opera di evangelizzazione di San Feliciano nel III sec. d.C., di Basilio di Cappadocia, di Mauro e del figlio Felice “bonificatori”, di Spes, Eutizio e Fiorenzo fondatori della laura cenobitica della valle Castoriana, di San Benedetto e di Santa Scolastica. I Longobardi trovarono poi in queste valli un punto di forza per la loro organizzazione politica; nel 572 d.C. conquistarono Norcia e instaurarono il gastaldato di Ponte. Una menzione va a Feroldo II, Duca dal 703 al 720 d.C., promotore di importanti restauri delle abbazie nel territorio. Nel X secolo, dopo l’invasione dei saraceni dell’890, sorsero villaggi fortificati e torri, sede dei feudatari, e inaugurando il processo di incastellamento, evidente ancora oggi sul territorio. Nel XII secolo il territorio, posto sotto giurisdizione del papato, vide sorgere i liberali comuni di Norcia e Cascia. A questo seguì un periodo di continue lotte intestine tra Cascia, Norcia e Spoleto, intente ad espandersi per interessi commerciali e politici. Nello stesso frangente un’economia fiorente favorisce il nascere di chiese sparse e riccamente addobbate: è probabilmente il periodo più florido della Valnerina in epoca storica. Nonostante le fiorenti attività economiche, già nel XVI secolo cominciano le migrazioni della popolazione verso aree economicamente più forti. Fulcro del distretto è Norcia, presso la quale sono evidenti le opere di centuriazione di Santa Scolastica, e il santuario di Ancarano. Tra i documenti materiali più antichi che testimoniano il passaggio alla romanizzazione vanno ricordate le numerose iscrizioni su ceramica provenienti da Ponte, abitato fin da tempi antichi come testimonia un ponte romano, da cui il paese deriva il nome. Un ulteriore riassetto del territorio si avrà in età graccana, volto a frenare l’indiscriminato uso di queste zone da parte dei ricchi allevatori: di questo periodo alcuni rinvenimenti monetali da Piedipaterno, un semisse con testa di saturno laureata e un asse con testa di Giano. Rare le testimonianze di insediamenti: al sito di Monte Pizzoro di Spoleto si aggiunge quello di Rocca Gelli a Vallo di Nera, con il caratteristico abitato di altura sul declivio sud-ovest, difeso dal castelliere a controllo della via Nursina. La più forte attestazione del passaggio di Roma è sicuramente quella della Balza Taglaita di Triponzo, galleria scavata nel I sec. a.C., la cui attribuzione ad epoca romana è confermata della nota iscrizione.
Nel V secolo, con la fine dell’Impero Romano, la Valnerina, fu sede di un gran numero di monasteri e conventi sorti grazie alle opere di evangelizzazione di importanti figure religiose (San Feliciano, Basilio di Cappadocia, Spes, Eutizio e Fiorenzo, San Benedetto e Santa Scolastica). Non va dimenticato che nel 480 d.C. nacque a Norcia S. Benedetto nel cui nome l’aspirazione monastica si concretizzerà, appunto, in una miriade di celle e monasteri che tutt’ora caratterizzano il territorio.
Proprio in questi secoli tale regione era preda delle razzie dei Goti, che mettevano a dura prova le popolazioni locali: la sottrazione delle terre avveniva da parte dei barbari, mentre la spoliazione d’ogni altro bene ad opera degli eserciti imperiali che tentavano di arginare l’invasione. Allo spopolamento di città e campagne faceva così riscontro un’intensa migrazione verso luoghi difficili da raggiungere. In seguito, il declino dei Benedettini in tutto il territorio verificatosi dal 1200 in poi favorì la vita dei monaci che era in parte eremitica, in parte cenobitica e il cenobio era spesso scavato nella roccia e comprendeva un oratorio per le preghiere comunitarie e celle separate per ciascuno dei monaci più o meno distanti dall’oratorio che, all’occasione, fungeva anche da sala capitolare. Successivamente i Longobardi trovarono in queste valli la sede del Ducato di Spoleto. Nel 572 d.C. entrarono in questi territori conquistando Norcia e instaurarono il gastaldato di Ponte, attuale Ponte di Cerreto, di cui rimane ben evidente il castello. Come gran parte dell’Umbria anche qui con il X secolo comincia il processo di incastellamento, evidente ancora oggi sul territorio e caratterizzato da una fitta rete di castelli e torri, fino a tutto il quattrocento. Nel XII secolo sorsero i liberali comuni di Norcia e Cascia. A questo seguì un periodo di continue lotte intestine tra Cascia, Norcia e Spoleto, intente ad espandere i loro distretti per interessi commerciali e politici. La zona fu un importante punto di comunicazione, sulla via nursina, ricordata già da Svetonio.
All’inizio dell’era moderna, nonostante la fiorente economia, cominciò il flusso migratorio degli abitanti della Valnerina verso zone più densamente popolate.
 
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