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Santeraclio scritta

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VILLA CLIO CARPELLOvilla Clio Carpello
Villa Clio Carpello è stata sempre considerata una tra più prestigiose dimore gentilizie di campagna del folignate.
Posta su di un' altura prospiciente il paese collinare di Carpello, da essa si possono ammirare nella loro completezza le bellezze dell'intera pianura folignate.
Della villa non se ne conosce il nome dell'architetto che la disegnò, ma si sa per certo che venne commissionata dal nobile folignate Cosimo di Lorenzo Jacobilli nei primi anni del 1600, probabilmente ampliando una torre già esistente, sulla quale francesco Jacobilli, padre dell'erudito Ludovico , saliva per seguire i lavori di bonifica della pianura sottostante, all'epoca acquitrinosa e malsana.
Acquistata nel 1770 dalla famiglia Berardi originaria di Acqua Santo Stefano e nobilitata da Papa Pio VII nel 1815, ancora oggi è proprietà degli eredi diretti.
Il lungo viale che conduce all'antica dimora, fiancheggiato da cipressi e siepi di bosso, è preceduto da un elegante arco posto in prossimità della Statale Flaminia immediatamente dopo il bivio per Carpello.
Sulla sommità dell'arco è posta un'epigrafe con la scritta:

VILLA CLIO CARPELLLO
QUI' DIRESSE IL DISECCAMENTO DELLA PALUDE UMBRA
FRANCESCO JACOBILLI
QUI' SI ISPIRO' ALLA PATRIA ISTORIA
IL NEPOTE DI LUI LODOVICO
DECIO ANTONINI BERARDI
AI BENEMERITI - 1874

 

 

 

villa Clio CarpelloLa dimora esternamente si presenta a pianta rettangolare a due piani più seminterrati, con alla sommità una torretta belvedere terminante con un loggiato a quattro finestre ad arco. Il portone d'ingresso immette in una piccola corte. L'atrio interno, mirabilmente affrescato dal genovese Giovanni Andrea Carlone, precede il salone e le sei stanze del piano nobile. Gli affreschi attingono alla mitologia greca e romana. La volta del salone è decorata con un affresco di notevoli dimensioni che rappresenta l'Olimpo, mentre nelle tre stanze di sinistra denominate di Giunone, dei Quattro Elementi, delle Arti del disegno, le volte sono decorate con allegorie che si rifanno rispettivamente a Giunone, a Giove, a Nettuno e Prometeo incatenato, nonché alle arti della Pittura, Scultura e Architettura. Le altre tre stanze di destra sono affrescate invece, con altrettante scene allegoriche che hanno come tema L'Aurora, il Valore, la Verità. Tutto il ciclo pittorico si fa risalire concordemente al 1670, in quanto in uno dei libri affrescati nella stanza del Valore vi si può ancora leggere sia questa data, sia la firma di coloro che ebbero il compito di adornarne gli affreschi, Nicolò Giuli e Giovanni Antonio Vincenti. Sotto la finestra del salone che si affaccia verso la pianura folignate, vi è un dipinto che rappresenta la dimora nella sua conformazione originale. La villa completamente abbandonata in seguito all'evento sismico del 1997, ora si presenta in avanzato stato di ristrutturazione in ogni sua parte. Essa in origine era circondata da due poteri e da un'ampia superficie di terreno coltivato a ulivo (circa 7000 piantoni) , ma al giorno d'oggi, rimangono ad adornarla soltanto una modica quantità di ulivi secolari e circa sei ettari di terreno per lo più coltivati a grano.

 

di Sandro Capodimonti