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Santeraclio scritta

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di Andrea Piermarini

segnale di pericoloFOLIGNO – A distanza di anni torna ad essere di dirompente attualità la questione ambientale nel territorio circoscrizionale di Sant’Eraclio. Dopo la pubblica assemblea sulla qualità dell’aria svoltasi nel mese di ottobre a Santo Stefano dei Piccioni, scatta ora la fase della petizione popolare. Con il sostegno delle Comunanze agrarie della zona, in questi giorni viene fatto circolare un documento tra i cittadini delle frazioni collinari e di Sant’Eraclio, con relativa raccolta di firme. I destinatari della missiva sono il sindaco Nando Mismetti, l’assessore alle politiche ambientali Graziano Angeli, e l’ingegnere Luca Proietti dell’Arpa.

Gli abitanti sostengono che “il perdurare delle emissioni maleodoranti rendono insalubre e malsana l’aria delle nostre frazioni minandone la vivibilità.” Inoltre nel testo affermano che “tali sostanze costituiscono motivo di forte preoccupazione per la salute dei residenti visto il verosimile rischio d’inquinamento da idrocarburi policiclici aromatici riconosciuti anche dall’ Agenzia Internazionale per la Ricerca del Cancro come cancerogeni certi per l’uomo”. “Un’apprensione che – sostiene la cittadinanza -  aumenta di giorno in giorno visti anche i numerosi decessi per leucemia ed i diversi casi di tumore avutesi negli ultimi anni tra gli abitanti delle frazioni più esposte.”  Per queste motivazioni le popolazioni interessate richiedono un monitoraggio continuo ed in tempo reale delle emissioni di polvere e idrocarburi policiclici aromatici prodotte dalla ditta Pav.i srl situata in località Moano che realizza pavimentazioni bituminose. Tale controllo dovrà essere eseguito direttamente sulla ciminiera della ditta per almeno 6 mesi.” Nella petizione i cittadini infine ritengono che “i rilevamenti effettuati dall’Arpa fino a questo momento sono stati poco significativi in quanto coincidenti con i mesi estivi che rappresentano il fisiologico periodo di ridotta attività dell’azienda”. Il territorio di Sant’Eraclio non è nuovo a battaglie ambientali come avvenne negli anni 80, quando si ribellò, con successo, alla decisione dell’Amministrazione comunale di realizzare la seconda vasca della discarica comprensoriale localizzata a vocabolo Marete.