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Santeraclio scritta

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Chiesa di San Marco

(1)Il patronato di questo santo ben si addice a una comunità agricola: nella sua festa (25 marzo) si tenevano le rogazioni e si benedivano i campi; ma il santo rimanda anche agli antichi patroni della chiesa di S. Eraclio, i monaci di S. Marco di Spoleto e non è improbabile che la scelta topica della chiesa sia stata dettata dalla memoria dell'antica chiesa di S. Eraclio: si giustificherebbero così i grossi blocchi di epoca romana/ posti sulla facciata e coperti dopo i recenti restauri, così come i frammenti altomedievali descritti dal Faloci.

SantEraclio 13   Fonte neve

 Al tempo di Paolo III (1534-1549) poco fuori la porta orientale era stata costruita una fontana architettonica a ridosso della Flaminia e, tutt'intorno, campi".

eoloSulla fronte ci sono tre protomi raffiguranti Eolo, il dio dei venti. E poiché il popolo riconosceva a s. Marco il protettorato sul vento è probabile che la scelta del titolo e dello stesso sito della chiesa di S.Marco; - eretta, giova ribadirlo, il 3 maggio 1597, festa di S.Croce, ma anche vigilia della festa patronale - sia stata dettata dall'architettura della fontana voluta appunto da Paolo III.

fontana delle tre cannelle

Questa operazione fu poi determinante per la scelta topica della chiesa di S.Pietro, costruita a settentrione del paese: una spartizione del territorio, frutto di una secolare lacerazione adombrata dall'affresco centrale della parete di fondo della chiesa castellana di S. Eraclio. [...]

L'attuale facciata di S. Marco è stata rimaneggiata, nel 1892, in stile quattrocentesco, su disegno di Tito Boccolini; mentre la trasformazione settecentesca dell'interno a tre navate è datata al 1773. All'epoca fu eseguita la decorazione della volta, costituita da tre mistilinei assai alterati, affreschi attribuiti a Liborio Coccetti, fra cui spicca la gloria di S. Marco.

 Di estremo interesse i messaggi legati agli altari e alla relativa decorazione, in quanto ripercorrono il vissuto religioso della comunità di S. Eraclio. L'altare maggiore è dedicato a S. Pietro: un chiaro rimando alle origini della comunità, in quanto era ancor vivo nella memoria collettiva il ricordo di S. Pietro di Rivo. Dietro l'altare: la consegna delle chiavi a s. Pietro, tela firmata da Giulio Cesare Angeli e datata 1602.

Chiesa di San Marco  Pala altare maggiore (particolare) Pala altare maggiore (particolare) Pala altare maggiore (particolare) Pala altare maggiore (particolare)

 

Due altari rimandano ad altrettanti pellegrinaggi:

Pala altare destro
Pala altare destro

 

 

quello della Madonna del Riparo, al locale santuario micaelico reintitolato alla Madonna. Sulla relativa tela, eseguita nel 1602 da Felice Damiani, sono rappresentati —nel registro superiore— la Madonna col Bambino incoronata da due angeli; in primo piano s. Michele arcangelo e s. Rocco, noto terapeuta antipeste, indicando così i motivi del ricorso a questo santuario locale, di cui l'altare costituiva un trasfert di sacralità.

madonna del riparoSullo sfondo un castello turrito, simbolo della comunità che ancor oggi, due volte l'anno, si fa pellegrina al santuario.

 

 

 

 

 Chiesa di San Marco

L'altro altare è dedicato alla Madonna di Loreto: oltre ad attestare la devozione della comunità al relativo san tuario, costituiva anche un monito, quello di sovrintendere e custodire la via lauretana nel tratto S. Eraclio Colle S. Lorenzo, incombenza loro affidata sin dal 1482. Stante il flusso dei fedeli, questa strada fu poi modificata e ampliata nel 1578.

madonna di loreto, via lauretana

 

Torrione sud-ovest di S.Eraclio, epigrafe per l'ampliamento della strada lauretana,1578)
ampliamento flaminia GREGORIO XIII PONT . MAX . SEDENTE
BAPTISTA VOLTA BONIEN . GUBER
NATOR . VITAM LATAM ET FACILEM A CAM
ERINI AD TREVII FINES NOVITER ERI
GENDAM AC STERNENDAM CURAVIT ET
OB MEMORIAM INSIGNIA SUI PRINCIPIS ET
SUA HIC APPONERE FECIT ANO DOMINI
MDLXXVIII

 

 

 

 

 

 

 

 

  altare dei patroni s.eraclio  patroni  patroni 

E non poteva mancare l'altare dei patroni, il retablo del secolo XVIII raffigura S. Eraclio, fra due angeli, mentre ai lati, in altrettante nicchie sono allocate due statue policromate dei santi Giusto e Mauro, per ricordare ai fedeli la nuova realtà, dovuta a una serie di compromessi politici e religiosi.

 
 

Si comprende allora perché questa chiesa, conseguenza di una spinta irrazionale collettiva, sia divenuta spazio privilegiato per la riscoperta della propria identità paesana. Mentre il castello, cessato il ruolo di difesa del territorio contro le spinte espansionistiche di Spoleto e dei Trevani suoi alleati, è divenuto punto di incontro e di sutura fra città e contado. Simbolo di questo ruolo, la fiera del 5 maggio, all'indomani della festa del patrono. Scelta, come luogo del mercato, la piazza antistante S. Marco, papa Benedetto XIV acconsentì che questa fiera fosse della durata di tre giorni.

L'area a ridosso delle mura, dirimpettaia a S. Marco e sede della fiera, per secoli e fino ai nostri giorni, è stata la zona vitale del castello. Da qualche decennio in qua, però, il centro gravitazionale della popolosa frazione di Sant'Eraclio si è spostato verso la pianura sottostante, un tempo palustre dove, nel giro di pochi anni, è sorta la zona industriale. Mentre il centro demico è passato da castello a uno dei tanti quartieri della periferia di Foligno, ancorché il più popolato; da parte sua la piazza, voluta da Paolo III, ha ceduto il testimone a un'area di mercato, priva di un cuore che la faccia vibrare all'unisono.



sant'eraclio Pala altare sinistro Chiesa di San Marco Chiesa di San Marco    
Sant'Eraclio
bronzo
         

 

La chiesa di San Marco 

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(1) Mario Sensi: Sant'Eraclio da castello di frontiera a periferia di Foligno

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