La storia del paese di S. Eraclio
Notizie storiche prima della nascita del Castello Medievale
di Gianni Sante Piermarini
Nel numero precedente abbiano visto come il culto di S. Eraclio è nato con la erezione della chiesa di S. Croce, nel luogo in cui il Santo fu ucciso insieme ai due compagni Giusto e Mauro. Abbiamo appurato che prima del secolo X esisteva questo luogo di culto appartenente alla chiesa di S. Marco di Spoleto dedicato a S. Heracleum.
Nell'anno 1138, con una "breve" del pontefice Innocenzo II, la chiesa di S. Croce che si trovava nell'attuale via S. Croce, passò alle dipendenze del vescovo di Foligno Benedetto, il quale l'affidò, come pertinenza, ai monaci di S. Maria in Campis (collegiata con 4 monaci ed un priore), presenti nel territorio ancor prima della costruzione del Castello. Il villaggio che si andato formando intorno alla chiesa era costituito prevalentemente dagli abitanti di Carpello e la Valle, la cui popolazione era scesa in pianura perché più fertile e ricca di acqua, due centri abitati che ricadevano sotto la giurisdizione della chiesa di S. Maria in Campis.
A quei tempi le scorrerie delle Compagnie di Ventura erano frequentissime e i pochi abitanti, esposti come erano lungo la via principale, abbandonarono le abitazioni e si rifugiarono in collina nelle antiche dimore. A questo punto il comune di Foligno ordinò a tutti gli abitanti delle due Ville, sotto la pena di 25 scudi, "... che ogni persona di Valle e di Carpello,che un tempo fecero o fecero fare case nel borgo di S. Eraclio. dovessero. entro il mese-, di S.Feliciano, ritornare a detto luogo ed abitarvi giorno e notte, e se qualcuno avesse venduta la sua casa rifabbricarla nuovamente sotto la stessa pena'. Così il borgo, attorno alla chiesa di S. Croce, tornò a ripopolarsi anche se mancava una valida difesa dalle scorrerie.
Il primo intervento pubblico nella zona risale all'età comunale e più precisamente nel 1284, quando il comune di Foligno, impose agli abitanti di restare sul posto, ma contemporaneamente deliberò costruzione di un'alta torre di cento piedi (circa 40 metri attuali). Cipriano Piccolpasso, disegnatore dello stato Pontificio, nel 1570 così vedrà e ci tramanderà (vedi foto), con i mensoloni e gli archetti che sorreggevano il camminamento di ronda. Questa doveva servire per la sicurezza della popolazione, lo dimostra il fatto, ancora oggi visibile, che l'apertura d'ingresso era posta piuttosto in alto e quindi difficilmente accessibile. Poteva inoltre rappresentare anche rifugio per gli abitanti in caso di pericolo, infatti all'interno, al terzo piano, si può notare un camino, la cui canna fumaria finisce in una feritoia situata verso la strada principale del castello