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Santeraclio scritta

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 Francesca Filippini giovane universitaria iscritta all’Accademia di Belle Arti di Venezia, colonna portante e risorsa del Carnevale dei Ragazzi, ha estasiato e incantato con l’allegoria “Perseveranza, Pazienza, Prosperità” impreziosendo il corteo storico del rione Contrastanga. L’artista ha avuto esperienze con il Teatro La Fenice di Venezia, con il Laboratorio di Scenografia di Pesaro e con la regista britannica Irina Brook.

di Andrea Piermarini

Dopo i fasti della Notte Barocca, il Carnevale di Sant’Eraclio ha partecipato nella serata di sabato 16 settembre 2023 al Corteo storico della Quintana, in sinergia con il rione Contrastanga. Lo ha fatto attraverso la giovane universitaria Francesca Filippini originaria di Sant’Eraclio che frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia studiando scenografia e scenotecnica per il teatro e il cinema. Una colonna portante e una risorsa del Carnevale che ha saputo riversare nell’allegoria “Perseveranza, Pazienza, Prosperità” anni di studio, una capillare ricerca storica, estro, creatività, passione, e le notevoli esperienze lavorative di alto livello culturale acquisite nel settore dei costumi e delle scenografie, oltre ad una eccellente manualità artigianale, che hanno impreziosito la performance artistica del rione del priore Carlo Mattioli.  L’allegoria è composta da 8 figuranti principali a piedi e un carro inerente al Barocco del 1600. Due persone gemellari con una targa di presentazione aprivano il corteo per poi dare spazio al cammino introspettivo ed iniziatico dell’“Eremita” che rappresenta la perseveranza, un uomo anziano che contando solamente sulle sue forze arranca nell’oscurità. Di seguito la metafora della “Pazienza” dipinta nel 1552 da Giorgio Vasari, ritrae una fanciulla con la caviglia incatenata ad una roccia, lo sguardo rivolto verso un vaso, in paziente attesa che il lento stillicidio dell'acqua uscendo corrodesse la roccia portandola così alla liberazione. Nella rappresentazione tra i molteplici personaggi il pubblico intervenuto al corteo si è appassionato anche a Dike dea della giustizia, che ha una spada e una bilancia sorretta nel suo lavoro da due ancelle di Tiche, Dea della Fortuna. Queste sono provviste ciascuna di una cornucopia simbolo di prosperità e di un felice destino. Il carro allegorico è trainato da due frisoni neri, sinonimo di lavoro che porta con sè il passare del tempo dettato dalla morte raffigurata dal teschio, la nascita dalla conchiglia e la conoscenza dal libro. Al centro spiccano le carte dei tarocchi del Sole, della Luna e del Mondo. Tutti i vari elementi sono in movimento grazie al moto manuale degli ingranaggi ripresi dai disegni di Leonardo da Vinci. Il tutto incorniciato da radici di quercia salde al terreno, è sinonimo di forza, nobiltà e antico dominio. Francesca Filippini ha posto l’accento sul Carnevale che per tutto il periodo dei lavori ha messo a disposizione i locali del Laboratorio dei Carri “Fabrizio Biagetti” e sul Rione Contrastanga che ha sostenuto finanziariamente il progetto. Francesca Filippini ha avuto in precedenza esperienze con il Teatro La Fenice di Venezia e con il Laboratorio di Scenografia di Pesaro mettendo in scena lo spettacolo Tamerlano effettuando una tournee in Emilia Romagna. Ha anche collaborato con la regista britannica Irina Brook in “House of Us”.

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